Ettore Castiglioni, Emilio Comici e Giusto Gervasutti ebbero in comune almeno tre cose: vissero e arrampicarono nel Ventennio, morirono prima dei quarant’anni e incarnarono la figura dell’eroe tanto da diventare altrettanti simboli di un alpinismo di lotta e di sublimazione. Interpreti autentici delle passioni e delle contraddizioni del proprio tempo, Castiglioni, Comici e Gervasutti sono stati considerati troppo a lungo monumenti a loro stessi, spesso scordando che anzitutto furono uomini sensibili e vulnerabili. A mezza via tra il saggio e il pamphlet, questo libro tenta dunque una lettura nuova dei tre alpinisti e dei loro scritti, utilizzando un metodo di ricerca interdisciplinare. Alla fine di questo viaggio nel mito, sorge spontaneo un parallelo con l’epoca laica dell’attuale alpinismo sportivo, dove "in assenza di eroi" si cerca di creare figure che non possono più essere.